Una guida alla gola di Olduvai in Tanzania e alle sabbie mobili

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Una guida alla gola di Olduvai in Tanzania e alle sabbie mobili
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Anonim
Gola di Olduvai
Gola di Olduvai

Per chi è interessato all'archeologia e alla paleontologia, in Tanzania c'è molto di più delle sue spettacolari riserve di caccia e delle bellissime spiagge. Situata sulla strada dal cratere di Ngorongoro al Parco Nazionale del Serengeti, la gola di Olduvai (ufficialmente conosciuta come gola di Oldupai) è probabilmente il sito paleoantropologico più importante del pianeta, grazie alla scoperta di una serie di fossili che documentano l'evoluzione dell'umanità. Coloro che viaggiano attraverso la regione possono combinare un viaggio a Olduvai con una visita alle misteriose Shifting Sands, una duna di cenere vulcanica che si muove attraverso il deserto a una velocità di circa 55 piedi/17 metri ogni anno.

L'importanza di Olduvai

Negli anni '30, gli archeologi Louis e Mary Leakey iniziarono una serie di ampi scavi nella gola di Olduvai dopo aver visto fossili di ominidi scoperti lì alcuni anni prima dall'archeologo tedesco Hans Reck. Nel corso dei successivi cinque decenni, i Leakey fecero diverse scoperte straordinarie che cambiarono la comprensione del mondo da dove veniamo, portando infine alla conclusione che la razza umana ha origine esclusivamente dall'Africa. Tra le più importanti di queste scoperte c'è l'Uomo Schiaccianoci, nome dato ai resti di un Paranthropus boiseimaschio stimato in 1,75 milioni di anni. I Leakey scoprirono anche la prima prova fossile conosciuta di un' altra specie di ominide, Homo habilis; così come un tesoro di fossili animali e frammenti di primi strumenti umani. Nel 1976 Mary Leakey trovò anche una serie di impronte di ominidi conservate a Laetoli, un sito situato a circa 45 chilometri a sud della gola stessa. Queste impronte, conservate nella cenere e ritenute appartenute al nostro antenato Australopithecus afarensis, dimostrano che le specie di ominidi camminavano su due gambe durante l'era del Pliocene, circa 3,7 milioni di anni fa. Al momento della scoperta, questo era il primo esempio di bipedismo ominide.

Visitando alla gola di Olduvai

Oggi, i siti di scavo di Leakeys sono ancora operativi e gli archeologi di tutto il mondo continuano a sbrogliare i misteri che circondano le nostre origini. I visitatori della regione di Olduvai possono vedere da soli questi siti di scavo sotto la supervisione di una guida ufficiale. In cima al burrone c'è un museo, che è stato trovato negli anni '70 da Mary Leakey e ristrutturato negli anni '90 da un team del Getty Museum. Sebbene piccolo, il museo è comunque affascinante, con diverse sale dedicate alla spiegazione dei reperti paleoantropologici del sito.

Qui troverai una collezione di fossili di ominidi e fauna, oltre agli antichi strumenti ora chiamati Oldowan (un termine che si traduce come 'dalla gola di Olduvai'). Questi strumenti rappresentano la prima industria di utensili in pietra conosciuta nella storia dei nostri antenati. Al fine di preservare gli originali, moltidei fossili in mostra sono calchi, compresi quelli dei primi teschi di ominidi. I punti salienti della mostra includono un vasto cast delle impronte di Laetoli, oltre a diverse foto della famiglia Leakey al lavoro nei primi siti di scavo. La gola di Olduvai è ora ufficialmente denominata gola di Oldupai, quest'ultima è l'ortografia corretta della parola Maasai per la pianta indigena di sisal selvatico.

Visitando le sabbie mobili

Coloro che desiderano passare una giornata dovrebbero considerare di dirigersi a nord della gola di Olduvai verso le Shifting Sands. Qui, una duna a forma di mezzaluna di fine cenere nera si muove costantemente attraverso la pianura a una velocità di circa 55 piedi/ 17 metri all'anno sotto la forza del vento unidirezionale della regione. I Maasai credono che la cenere provenisse dal monte Ol Doinyo Lengai, un luogo sacro il cui nome si traduce in inglese come la Montagna di Dio. In una giornata limpida, questa imponente montagna a forma di cono può essere vista in lontananza dalla gola di Olduvai.

Una volta raggiunta la pianura, la cenere vulcanica si è depositata, raccogliendosi attorno a un unico sasso e poi accumulandosi per diventare la duna spettacolare e simmetrica che è oggi. La sabbia è ricca di ferro e altamente magnetizzata, tanto che si attacca a se stessa quando viene lanciata in aria, un fenomeno che offre interessanti spunti fotografici. La duna può essere difficile da trovare a causa della sua natura mobile e spesso il viaggio per arrivarci comporta una guida tecnica fuoristrada. Di conseguenza, si consiglia di viaggiare con una guida e/o un autista locale. Lungo la strada, non dimenticare di tenere d'occhio il gioco in roaming gratuito.

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